Mosca delle olive

Bactrocera oleae

Tradizionalmente conosciuta come Dacus, la Mosca delle olive o Mosca olearia (Bactrocera oleae – Gmelin, 1790) è l’unica specie presente in Italia di un genere largamente diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali, dove sopravvive con diverse entità di notevole importanza economica quali, ad esempio, le specie Bactrocera cucurbitae e Bactrocera dorsalis. Vive sui frutti di parecchie specie di olivi (Olea europea, Olea verrucosa, Olea chrysophylla, Olea cuspidata) nell’area mediterranea, estendendosi ad oriente fino al Caucaso ed al Pakistan, e ad occidente fino alle Canarie; colonie sono state segnalate anche in Eritrea ed in Sudafrica. In Italia è presente quasi ovunque venga coltivato l’olivo (fanno eccezione alcune aree più settentrionali) anche se con densità di popolazione assai diverse.

L’adulto è lungo 4-5 mm, ha capo fulvo e grandi occhi metallici di color verde. Il torace è grigio-giallastro con scuto giallo mentre l’addome è giallo-castano con macchie trasversali nerastre, variabili per grandezza e numero da individuo a individuo. Le ali, dal colorito iridescente, presentano una piccola macchia bruna all’apice.
La Mosca delle olive si presenta in un numero di 3-6 generazioni annue, anche se il ciclo di sviluppo può variare notevolmente in funzione delle condizioni ambientali. Lo svernamento avviene come pupa, pur non mancando segnalazioni di adulti durante la cattiva stagione (nonostante fra essi la percentuale di mortalità sia elevata) e di stadi larvali in sviluppo invernale molto rallentato. Gli adulti di norma sfarfallano in primavera, alimentandosi poi delle sostanze zuccherine presenti sulle piante e della melata di diversi omotteri sternorinchi. La vita immaginale può durare diversi mesi (anche 9 dall’autunno all’inizio dell’estate successiva) in quanto le femmine ovidepongono solo quando le olive hanno raggiunto la grossezza di un cece.
L’uovo, bianco madreperlaceo, affusolato e lungo circa 0,8 mm, viene inserito sotto l’epicarpo mediante l’ovipositore sclerificato a forma di lancetta; col medesimo apparato le femmine possono anche pungere i frutti per nutrirsi del liquido che geme dalla ferita. Le aureole interessate dalle punture sono riconoscibili per la presenza di piccole cicatrici triangolari e di colore brunastro sull’epicarpo. Solitamente viene deposto un singolo uovo per oliva in quanto la femmina opera una marcatura della drupa con sostanze emesse anche dalla ferita dell’epicarpo, allontanando così le rivali. La fecondità è estremamente variabile e può raggiungere e superare le 500 uova, le quali sono deposte in un periodo di diverse settimane od anche di qualche mese. L’incubazione dura da 2 a 10 giorni. Le larve penetrano nella polpa e si sviluppano in un periodo di circa 2 settimane in estate; quelle mature delle prime generazioni, che vivono entro le olive ancora acerbe, si impupano in una celletta a contatto con l’epicarpo dell’oliva, mentre quelle presenti nei frutti vicino alla maturità escono e compiono la metamorfosi nel terreno, a pochi centimetri di profondità, oppure nei magazzini contenti le olive appena raccolte. Lo stadio pupale può durare da circa 10 giorni nell’estate fino a qualche mese nella cattiva stagione.
Gli stadi preimmaginali e l’adulto della Mosca delle olive vivono in simbiosi con batteri, che nella larva sono localizzati in quattro ciechi intestinali situati tra lo stomodeo ed il mesentero, mentre nell’adulto si rinvengono in un diverticolo della faringe situato nella capsula cefalica. Tali batteri, presenti nella femmina anche nei diverticoli rettali, vengono trasmessi dalla madre alle uova al momento del passaggio di queste attraverso l’ovidepositore e svolgono la loro azione sull’alimento di cui si nutre la larva, rendendosi indispensabili al suo corretto sviluppo; il significato di tale simbiosi tuttavia non è ancora del tutto chiarito.

La Mosca delle olive è l’insetto più dannoso all’olivicoltura[1]. I danni tuttavia variano da un anno all’altro e da zona a zona in quanto la pullulazione di questo insetto è molto influenzata dalle condizioni ambientali, finanche micro-climatiche: sono favorevoli allo sviluppo le estati umide e con punte massime di temperatura non troppo elevate (inferiori a 32-34 °C), mentre una bassa umidità relativa unita ad alte temperature estive può provocare un drastico abbassamento numerico delle popolazioni.
Le olive attaccate forniscono un prodotto quantitativamente e qualitativamente inferiore: le gallerie scavate dalle larve alterano la polpa ed il frutto si raggrinzisce e dissecca se la stagione è asciutta, oppure marcisce se è piovosa; in ogni caso l’olio che se ne ricava ha un più elevato grado di acidità. I frutti possono essere colpiti da più generazioni successive di Mosca delle olive e nelle annate di forte infestazione avviene una notevole cascola: al raccolto la totalità o quasi delle olive può essere colpita.

La Scheda

Dominio: Eukaryota

Regno: Animalia

Phylum: Arthropoda

Classe: Insecta

Ordine: Diptera

Famiglia: Tephritidae

Genere: Bactrocera

Specie: B. oleae

Lunghezza: 4-5 mm

Alimentazione: polifaga

Sviluppo: olometabolo

Svernamento: pupa

Mosca delle olive

Mosca dell’olivo

Mosca olearia

Olive fruit fly

Note

  1. Masutti L., Zangheri S. (2001) «Entomologia generale e applicata». CEDAM, Padova: 740-745.