Zanzara tigre asiatica

Aedes albopictus

Aedes albopictus (Skuse, 1895), meglio conosciuta come Zanzara tigre o Zanzara tigre asiatica, è una zanzara di origine asiatica appartenente al sottogenere Stegomya. Dalle dimensioni (dai 4 ai 10 mm di lunghezza) e dalla morfologia simili a quelle delle comuni zanzare domestiche, è da queste ultime chiaramente riconoscibile per la vistosa livrea bianco-nera cui deve il nome.
Originaria del sud est asiatico e quindi passata nelle americhe, la Zanzara tigre è stata importata in Europa sul finire degli anni ’80 con i traffici commerciali di pneumatici: la femmina, infatti, è fortemente attirata dal colore nero di tali oggetti e le loro cavità, raccogliendo acqua piovana, rappresentano un ottimo sito di ovodeposizione. In Italia la presenza della Zanzara tigre è stata segnalata per la prima volta nell’autunno del 1990 e da allora questo insetto si è rapidamente adattato al clima mediterraneo propagandosi in tutto il territorio nazionale.
Attualmente i maggiori focolai di infestazione sono localizzati lungo le aree costiere del centro-nord ed in particolare nelle regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna (mappa). Il clima arido e secco delle aree più a sud rappresenta invece un ostacolo alla diffusione di questo fastidioso insetto, che tuttavia sembra stia lentamente mutando i suoi costumi per meglio tollerare le temperature delle regioni meridionali.

La Zanzara tigre rappresenta certamente il dittero maggiormente diffuso in ambiente urbano. Infatti, a differenza delle zanzare domestiche (Culex pipiens) – le quali prediligono in genere le acque dolci e ricche di materia organica tipiche delle zone di campagna – la Zanzara tigre depone le uova su terreno solido soggetto ad alluvioni stagionali e perciò tombini, grondaie, sottovasi, aiuole, vasche e serbatoi di raccolta rappresentano i siti ideali per la riproduzione di questa specie; tale caratteristica spiega le periodiche esplosioni demografiche di questo insetto a seguito delle piogge primaverili o degli acquazzoni estivi. Non va dimenticato, inoltre, come i centri urbani forniscano a questa zanzara riparo dalla maggior parte dei predatori naturali ed un notevole serbatoio di potenziali vittime.

Questo insetto presenta inoltre altre importanti caratteristiche che lo distinguono dalle altre specie di zanzare. Innanzitutto la Zanzara tigre – come abbiamo già osservato per la specie Aedes aegypti ed in genere per tutte quelle del sottogenere Stegomya – è attiva soprattutto durante il giorno, annidandosi nelle aree più fresche ed ombrose dove trova riparo dai raggi solari diretti ed evita la disidratazione. Queste zone sono tuttavia le più frequentate anche dagli esseri umani e dagli altri animali, i quali sono così facilmente molestati da questo insetto. In secondo luogo, la Zanzara tigre è tendenzialmente molto più aggressiva delle altre zanzare domestiche e può pungere più volte lo stesso soggetto. Le sue punture procurano irritazioni persistenti e gonfiori pruriginosi o emorragici, spesso anche dolorosi. Nelle persone particolarmente sensibili, un elevato numero di punture può dare luogo a risposte allergiche che richiedono attenzioni mediche specifiche.

Riproduzione e sviluppo

Lo sviluppo della Zanzara tigre avviene nel periodo compreso tra i mesi di Aprile ed Ottobre, raggiungendo la massima densità sul finire dell’estate. Le uova sono deposte su terreno solido soggetto ad alluvioni stagionali e schiudono una volta sommerse, già alle temperature tipiche del clima primaverile. Da queste si sviluppano le larve che, dopo quattro stadi di crescita giovanili, si trasformano in pupe. La zanzara adulta sfarfalla dopo circa 48 ore. Alle nostre latitudini l’intero ciclo di sviluppo può durare qualche settimana anche se in genere non supera i 10 giorni nel periodo estivo (con una temperatura media di 25 °C). Gli adulti sono in grado di accoppiarsi già un paio di giorni dopo lo sfarfallamento: la femmina deve effettuare il suo primo pasto di sangue, necessario per portare a maturazione le uova fecondate, mentre il maschio, esaurita la propria funzione riproduttiva, sopravviverà solo per pochi giorni. La durata del ciclo gonotrofico, ovvero l’intervallo di tempo che intercorre tra il pasto di sangue e la deposizione delle uova, può variare tra 3 e 5 giorni. Nel corso del suo ciclo vitale (che in genere non supera le tre settimane) la femmina depone alcune decine di uova (in media tra 40 e 80) dopo ciascun pasto di sangue.

La Zanzara tigre staziona in genere nei pressi del focolaio larvale, allontanandosi da esso solo qualche decina di metri, anche se possono verificarsi spostamenti più ampi, sia favoriti dal vento che per trasporto passivo (ad esempio entrando accidentalmente nelle automobili). Punge soprattutto all’aperto nonostante possa insinuarsi all’interno delle abitazioni, soprattutto nel periodo estivo ed in presenza di infestazioni elevate.

La preda preferita dalla Zanzara tigre è l’uomo (antropofilia), anche se spesso può attaccare gli animali domestici (soprattutto cani e gatti), uccelli ed altri mammiferi. Usualmente vola a pochi centimetri dal suolo, pungendo per lo più gambe e caviglie, anche se studi recenti hanno osservato sempre maggiori frequentazioni anche ai piani alti degli edifici. I luoghi di riposo degli adulti sono tra la vegetazione (siepi, erba alta, cespugli), dove le femmine digeriscono i pasti di sangue. Sverna come uovo in diapausa embrionale.

Metodologie di prevenzione e lotta

Come abbiamo segnalato, a causa della propensione a deporre le uova in piccole polle d’acqua stagnante, la diffusione della Zanzara tigre è un fenomeno tipicamente urbano. Per questo motivo, l’eliminazione o l’attento monitoraggio delle zone di raccolta e di ristagno d’acqua è indispensabile per contrastare il proliferare di questo fastidioso insetto. In particolare, per prevenire l’insorgere delle infestazioni si raccomanda di:

  • evitare l’abbandono di materiali che possano raccogliere l’acqua piovana (come, ad esempio, piscine gonfiabili, secchi e vasi);
  • verificare la presenza di eventuali ristagni d’acqua sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiali e legna;
  • eliminare gli accumuli d’acqua da sottovasi, annaffiatoi ed altri contenitori raggiungibili dall’insetto;
  • evitare di mantenere riserve e serbatoi d’acqua a cielo aperto; qualora ciò non fosse possibile è necessario coprire accuratamente i serbatoi con teli o zanzariere;
  • ripulire con cura i vasi prima di ritirarli all’interno durante i periodi freddi: infatti, l’abitudine di portare le piante infestate al riparo durante l’inverno è una delle cause che facilitano maggiormente la diffusione della Zanzara tigre durante la primavera, in quanto l’annaffiatura, unita all’aumento delle temperature, stimola lo sviluppo delle nuove larve;
  • provvedere a trattamenti specifici delle aree a rischio, in particolare vasche, pozzetti e condutture di raccolta delle acque bianche;
  • nel caso si possiedano vasche e fontane ornamentali, attivare gli opportuni trattamenti periodici larvicidi oppure valutare l’introduzione del Pesce rosso (Carassius auratus) o della Gambusia (Gambusia holbrooki), entrambi eccellenti predatori delle larve di zanzara e rimedio completamente ecologico.

Infine, ricordiamo come nella lotta contro la Zanzara tigre si possano ottenere risultati apprezzabili solo nel caso sia garantita la partecipazione di tutti i cittadini. Infatti, l’azione intrapresa dalle sole Pubbliche Amministrazioni è nella maggior parte dei casi limitata alle aree pubbliche e perciò essa non rappresenta una soluzione efficace al problema. Al contrario, un’attenta pianificazione ed la lotta integrata da parte di tutta la comunità possono contribuire ad eradicare completamente qualsiasi infestazione dal territorio.

La Scheda

Dominio: Eukaryota

Regno: Animalia

Phylum: Arthropoda

Classe: Insecta

Ordine: Diptera

Famiglia: Culicidae

Genere: Aedes

Sottogenere: Aedes (Stegomyia)

Specie: A. albopictus

Lunghezza: 4-10 mm

Alimentazione: ematofaga

Metamorfosi: completa

Svernamento: uovo

Zanzara tigre

Zanzara tigre asiatica

Asian tiger mosquito