Tribolium castaneum
Il Tribolio delle farine o Tribolio castano (Tribolium castaneum – Herbst, 1797) è una delle specie infestanti più longeve (lo stadio adulto è in grado di vivere fino a circa 2 anni) e la più comune nelle industrie alimentari[1]. Di colore rugginoso e dimensioni comprese tra i 3 ed i 4 mm, presenta antenne composte da 10 segmenti, dei quali gli ultimi 3 formano una clava ben distinta, utile al riconoscimento di questa specie dalla simile Tribolium confusum. Questo insetto è inoltre un buon volatore.
Pur colonizzando preferibilmente derrate polverulente e ricche di amidi (come farine, semole e crusche), l’elevata polifagia del Tribolio delle farine gli permette di nutrirsi delle più svariate sostanze di origine vegetale (arachidi, copra, ricino, sesamo, lino, leguminose e cereali da granella, frutta secca, cacao, cioccolato, manioca). I danni più consistenti sono rilevati a carico delle farine, le quali assumono in breve tempo colorazione rosa-brunastra ed odore sgradevole a causa delle secrezioni ghiandolari dell’insetto (chinoni), vedendo nel contempo calare il loro contenuto in tiamina ed aumentare il livello di acido urico e di acidi grassi liberi. È sufficiente un attacco protratto per 2-3 mesi per alterare irreparabilmente le farine pregiudicandone le caratteristiche panificatorie.
La durata del ciclo di sviluppo del Tribolio delle farine è grandemente influenzata dalle condizioni di temperatura ed umidità relativa. L’accoppiamento avviene 2 giorni dopo la fuoriuscita dell’adulto. Ciascuna femmina depone 200-500 uova isolatamente (in numero di 2-10 per giorno, lungo un periodo di 150-200 giorni), le quali schiudono dopo un’incubazione di circa una settimana a 25 °C. Le larve, di colore bianco sporco e lunghezza massima di 5 mm[2], si nutrono del pabulum per 15-38 giorni, impupandosi quindi all’interno della derrata infestata. In condizioni ottimali (temperatura di 30 °C ed U.R. 70-90%) lo sviluppo si svolge in 40 giorni, anche se condizioni proibitive possono rallentarlo notevolmente (ad esempio, alla temperatura minima di sviluppo di 22,5 °C ed U.R. ≥ 10%, il completamento del ciclo può allungarsi fino a 70-100 giorni). La temperatura massima che consente lo sviluppo di questo insetto è di 40 °C (con U.R. del 50-70%), pur essendo il Tribolio capace di sopportare anche gli ambienti più secchi (con U.R. 10%). Tuttavia, temperature eccessivamente alte o basse possono portare rapidamente alla morte di tutti gli stadi vitali (a 7 °C in 24 giorni, a 51 °C in 5 minuti).
Del tutto simile al Tribolium castanum è il Tribolio confuso o Tribolio nero (Tribolium confusum – Jacquelin du Val, 1863) il quale tuttavia, oltre ad essere uno scarso volatore (si sposta preferibilmente solo sulle zampe), si distingue dal precedente per la struttura delle antenne (progressivamente inspessite dalla base all’apice) e degli angoli anteriori del protorace (che sono distintamente sporgenti).
Il Tribolio confuso è una specie molto prolifica: nell’arco della sua vita adulta (1-1,5 anni) ciascuna femmina può deporre sino a 350-400 uova le quali, ad una temperatura di 30 °C ed U.R. 70%, schiudono e portano alla formazione di individui maturi in soli 25 giorni. La temperatura minima per lo sviluppo è di 22,5 °C (con U.R. ≥ 30%), la massima è di 37,5 °C (con U.R. compresa tra il 30% ed il 70%). Anche il Tribolio confuso sopporta bene una bassa umidità, purché la temperatura non scenda mai al di sotto dei 22,5 °C.