La famiglia dei Silvanidi (Silvanidae) comprende circa 15 specie infeudate delle derrate alimentari conservate, con costumi prevalentemente detricoli. Gli adulti sono tutti di ridottissime dimensioni e caratterizzati da un corpo allungato, sottile ed appiattito.
In Italia le due specie più diffuse sono il Silvano dentellato (Oryzaephilus surinamensis) ed il Silvano comune (Oryzaephilus mercator), entrambe frequenti infestanti delle industrie alimentari ed in particolare di mulini, pastifici ed aziende di lavorazione e stoccaggio di cereali e sostanze vegetali.
Silvano dentellato
Il Silvano dentellato (Oryzaephilus surinamensis – Linnaeus, 1758) è un piccolo insetto cosmopolita originario delle regioni calde, temperate e tropicali. Specie di colore bruno rugginoso, di minuscole dimensioni (è lungo dai 2,5 ai 3 mm) e dalla corporatura stretta, piatta ed allungata, presenta un pronoto ovale irto lateralmente di prominenze aguzze (in numero di 6 dentelli per lato, dei quali il primo è particolarmente lungo ed appuntito) ed antenne clavate composte da 11 metameri.
Gli adulti di Silvano dentellato, che pure volando raramente, sono molto attivi, agili ed ottimi camminatori. In natura vivono per lo più a spese di sostanze organiche di origine vegetale e dei residui dell’attività di altri animali. Sono tuttavia tra le specie infestanti più frequenti negli ambienti di lavorazione e conservazione delle derrate (soprattutto in presenza di scarsa igiene ed abbandono di detriti) e possono attaccare un’ampia varietà di alimenti (frumento, riso, orzo, mais, farine, paste alimentari, pane, biscotti, frutta secca, legumi secchi, semi oleaginosi e derivati, caffè, tabacco, cacao, vegetali essiccati, copra e spezie), insinuandosi occasionalmente anche nei cibi confezionati grazie alle ridotte dimensioni. In ogni caso, le infestazioni di Silvano dentellato nei cereali sono dovute quasi esclusivamente a precedenti attacchi di altri insetti (ad opera, per esempio, di Calandre e Cappuccini) o si verificano in presenza di semi già danneggiati o spezzati[1], in quanto egli è incapace di perforare da solo le cariossidi perfettamente sane. I cereali infestati, inoltre, non sembra siano soggetti a significative perdite di peso quanto, piuttosto, a gravi contaminazioni di escrementi ed esuvie[2].
Il Silvano dentellato è una specie termofila e la durata del suo ciclo riproduttivo varia sensibilmente in funzione della temperatura e dell’umidità (con optimum a 35 °C e 90% di U.R.). La temperatura minima necessaria all’accoppiamento è di circa 18 °C. Ciascuna femmina fecondata depone quindi da 150 a 300 uova le quali, depositate direttamente sull’alimento infestato, schiudono in 7-10 giorni. Le larve, di aspetto vermiforme (lunghezza compresa tra gli 0,9 ed i 3 mm) e colorito bianco-giallastro, si alimentano del pabulum per circa 6-10 settimane, attraversando 4 stadi progressivi di accrescimento. Arrivate a maturazione esse impupano in una celletta costituita di detriti e pezzetti di cibo cementati con la saliva. L’adulto, che fuoriesce dal bozzolo dopo circa 1-3 settimane, a 21 °C ha un’aspettativa di vita di circa 6-10 mesi, anche se sono noti casi di sopravvivenza sino a 2-3 anni. In Italia si presentano solitamente da 2 a 4 generazioni annuali, anche se contingenze favorevoli (disponibilità di alimento ed ambiente caldo-umido) possono lievitarne considerevolmente il numero (sino ad 8)[3]. D’altro canto, condizioni particolarmente proibitive (temperature inferiori ai 17,5 °C o superiori ai 38 °C) possono arrestare completamente lo sviluppo dell’insetto, finanche causandone la morte.