
Rodenticidi veleni acuti, sub-acuti e cronici
È possibile che il roditore si ritiri per morire, e non venga ritrovato subito, con conseguente diffusione di un odore sgradevole causato dalla carcassa dello stesso.
I rodenticidi si dividono in due categorie:
- Veleni acuti e sub-acuti
- Veleni cronici
Tipologie di rodenticidi
Rodenticidi veleni acuti e sub-acuti
Ad oggi questa tipologia di veleni non è più presente nel mercato. Anche se con meccanismi di azione assai diversi fra loro, con il termine “rodenticidi acuti” si intendono tutte quelle sostanze in grado di eliminare l’infestante in breve tempo. Sono estremamente validi nei trattamenti iniziali in virtù della grande rapidità di azione che li contraddistingue: infatti, il roditore intossicato smetterà di nutrirsi e di contaminare l’ambiente in un lasso di tempo assai breve dall’assunzione del veleno, a differenza di quanto avviene con gli anticoagulanti, dove gli animali colpiti continuano ad essere attivi per più giorni. In secondo luogo, i rodenticidi acuti tendono a sviluppare nei roditori una elevata diffidenza per le esche. Infatti, dato che i sintomi dell’intossicazione si presentano già nell’arco delle prime ore o, talvolta, nei minuti immediatamente successivi l’ingestione dell’esca tossica, gli individui che abbiano ingerito dosi subletali del principio attivo sono in grado di associare il malore all’assunzione del cibo avvelenato e quindi diffidarne da quel momento in poi, vanificando così l’utilità della campagna di derattizzazione nel lungo periodo. Tra i rodenticidi acuti utilizzati in passato ricordiamo il Triossido di arsenico, la Crimidina, il Fluoracetamide, il Phosacetim, il Silatrane, il Fluoracetato di sodio, la Stricnina, il Solfato di Tallio, il Calciferolo, il Fosfuro di zinco ed il Norbormide.
Veleni cronici
Alla famiglia dei rodenticidi cronici appartengono gli anticoagulanti, sostanze il cui effetto si concentra principalmente nel fegato dell’individuo intossicato e che interferiscono con i fattori responsabili della coagulazione del sangue. In condizioni normali, il formarsi di emorragie dovute a fragilità capillare è un fenomeno che ricorre con una certa frequenza e al quale l’organismo riesce tranquillamente a far fronte grazie alla coagulazione. Negli individui intossicati, invece, tale azione riparatrice è completamente inibita e l’organismo è vittima di numerose e diffuse emorragie interne. I Rodenticidi cronici agiscono sui fattori della coagulazione del sangue i quali richiedono la presenza della vitamina K, che ne costituisce anche l’antidoto. Il roditore deve quindi ricorrere alla fonte alimentare per nutrirsi di questa vitamina, anche se è sufficiente solo per un breve periodo di tempo.
Nei roditori, l’intervallo temporale che intercorre fra l’ingestione di anticoagulanti e la comparsa dei segni clinici è quantificato in 1-5 giorni, mentre la morte sopraggiunge dopo 2-10 giorni.
Attenzione all'utilizzo di rodenticidi
Bisogna fare attenzione a maneggiare questi rodenticidi, in quanto alla loro elevata tossicità. Per questo i nostri tecnici sono muniti di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari per eseguire questo servizio in sicurezza.
I nostri prodotti sono approvati dal Ministero della Salute

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Cosa devi sapere sugli interventi con rodenticidi
Alcuni consigli in merito ad un intervento di derattizzazione e disinfestazione con rodenticidi acuti, sub-acuti o cronici.
Massima efficacia con interventi di pest proofing
Manutenzioni con chiusure dei passaggi per bloccare l’intrusione di infestanti
Evitare diffidenza dei roditori con il fai da te
Non aggiungere dispositivi diversi da quelli installati dai nostri tecnici per evitare di creare diffidenza
Controllo costante dell'area
Fornire aggiornamenti ai nostri professionisti in merito ad eventuali tracce, rosicchiature ed escrementi.